Le evidenze archeologiche

IL LITOSTRATON

Il foro lastricato nord

Durante la prima metà del I sec. d. C. l’area della piazza del foro viene monumentalizzata, con la realizzazione del litostraton, la pavimentazione con lastre di calcare locale di forma quadrangolare e di diverse dimensioni che è ancora oggi ben visibile. L’impianto, di 28,98 m. x 20 m., corrisponde probabilmente alla struttura romana di 70x100 piedi. Il progetto originario del foro, risalente probabilmente all’età tardorepubblicana, aveva invece un aspetto meno monumentale, e la pavimentazione era in opus spicatum, di cui si vede un piccolo esempio ai piedi del podio nel settore nord.

Si conserva anche per circa la metà dell’area la canaletta di scolo, realizzata con blocchi di calcare sagomati, e che originariamente bordava la piazza e serviva per lo smaltimento delle acque reflue. La pietra utilizzata per la costruzione del lastricato del foro e per gli altri monumenti non è il travertino, come molti ipotizzano, ma si tratta del favaccio o biancone proveniente dalle poco distanti cave di Sant’Andrea di Conza e di Pescopagano. Si tratta di un calcare di colore bianco piuttosto compatto con rare venature grigie che, se bagnato, assume caratteristiche di colore giallastro e verde giada.

L’operazione di lastricatura fu certamente unitaria: forse solo la fascia dove si era progettato di realizzare l’iscrizione di Antistio fu messa in opera prima delle operazioni di pavimentazione del resto della piazza. La rimanente parte della piazza è pavimentata in modo abbastanza regolare con blocchi orientati secondo assi paralleli longitudinali.

Per datare la ristrutturazione della piazza e la realizzazione del litostraton ci vengono incontro, inoltre, i materiali ceramici rinvenuti tra il margine naturale della collina ed un muro di contenimento, anch’esso databile, infatti, alla fase augustea del foro.

Sono stati trovati circa 3000 frammenti che comprendono, oltre alle terrecotte architettoniche, ceramica fine da mensa, ceramica comune, da cucina, pochi esemplari di contenitori commerciali e lucerne. Tra le lucerne l’esemplare meglio conservato presenta una decorazione del disco costituita da un “equipaggiamento gladiatorio” in cui compaiono alternate due spade e due coppie di gambali.