Le evidenze archeologiche

Il foro di Antistio

Nella prima metà del I secolo d.C., il foro viene completamente ristrutturato e monumentalizzato. Il tempio viene fortemente rialzato e sulla fronte viene aggiunta una scala monumentale in calcare. Accanto al Capitolium viene inserito, ad est, un altro edificio templare di cui si conserva il podio in calcare (B nella pianta del foro)

L’iscrizione plateale

Una testimonianza rilevante, riguardo un personaggio presente nella Compsa tardo-repubblicana, è fornita dall’iscrizione celebrativa rinvenuta nella parte mediana della piazza. Questa era formata da lettere di bronzo inserite nei blocchi in cui precedentemente erano state sagomate le singole lettere. Secondo le ipotesi di vari studiosi questa sarebbe la ricostruzione complessiva:

Q[·] ANT[istius L·f· - - -] S[- -] P·M·F·O.[ R] S·P·S·

Nella prima parte, si può riconoscere il nome del possibile patrono di Compsa: si tratta di Quinto Antistio, esponente di una gens ben attestata in Irpinia. Il suo compito era quello di fungere da intermediario tra il municipium di Compsa e Roma: già il suo nome indica infatti colui che sta avanti, quindi colui che eccelle. Abbastanza sicuro è il rimando al patronimico di Antistio che verosimilmente sarà stato [L·F·].

L’altra parte dell’iscrizione presenta delle lacune ed è composta da sei blocchi su cui erano alloggiate probabilmente altre dieci lettere che sono andate perdute. È da considerare la teoria secondo cui questi blocchi riportavano il cognomen di Antistio, tenendo conto che la S, ben visibile sul blocco lungo, sia la sua parte finale. Infine la restante parte non causa particolari problemi di lettura: sui rimanenti cinque blocchi si legge:

P·M·FO[R]·S·P·S

Secondo la tesi del prof. V. Di Giovanni, le prime due lettere si riferiscono appunto alle cariche magistratuali del soggetto e si possono sciogliere con P(atronus) M(unicipii), le lettere seguenti possono riferirsi all’opera realizzata, infatti Fo, con una possibile mancanza della lettera R, potrebbe essere una sorta di abbreviazione del termine forum. Le restanti tre lettere si trovano più volte in questo tipo di iscrizioni e siglano l’espressione: sua pecunia stravit. Dunque, Quinto Antistio, figlio di Lucio, patrono del municipio, pavimentò a sue spese: questa formula dà proprio l’idea del finanziamento con il quale Q. Antistio ha contribuito alla realizzazione dell’intero foro.

Ricostruzione pianta e prospetto
del Capitolium di seconda fase

Foro lato nord

L’architettura

Sembra che un imponente criptoportico sia stato aggiunto, in questo periodo, lungo il lato meridionale e quello occidentale della piazza, le cui tracce monumentali sono ben visibili tra le macerie degli edifici posteriori che l’hanno inglobato nel corso dei secoli.

Dell’edificio di culto della seconda fase, tranne la scalinata frontale, non si è conservato nulla né degli alzati né della decorazione del tetto. Probabilmente il materiale fu quasi del tutto riutilizzato una volta colmata l’area della piazza: infatti non è stato rinvenuto nessun frammento di pietra che possa riferirsi al monumento e anche all’interno del paese di Conza non esiste nessuna colonna o altro che possa essere attribuito all’edificio.

Nella seconda fase viene aggiunto, proprio sul lato nord della piazza forense ad oriente del Capitolium, un altro edificio pubblico, anche esso probabilmente un tempio, provvisto di un podio in blocchi di calcare. La costruzione di questo edificio annullò l’entrata laterale al Capitolium, il cui accesso avveniva in questa fase dalla scalinata in blocchi di calcare, di cui sono visibili dei resti. Probabilmente nel progetto di questo secondo edificio templare c’è una volontà di richiamare quelli che sono i valori fondamentali della tradizione architettonica italico romana, con l’uso del podio liscio e con cornici in pietra.